Giuseppe Sala

Premessa: il giorno 20 luglio 2001, la città di Genova cominciava ad essere devastata da quei "bravi ragazzi" che adesso si fanno chiamare "no-global"; alla sera dello stesso giorno, ad Oleggio (NO) si svolgeva un incontro pubblico sul tema delle infrastrutture nella provincia di Novara, organizzato dal Co.S.Com. (Comitato per lo Sviluppo Compatibile, riferito all'area del Novarese e dell'Ovest-Ticino). L'incontro pubblico è stato prima disturbato, e poi interrotto da una quindicina di facinorosi appartenenti al cosiddetto Covest (Comitato Ovest-Ticino), un comitato emanazione dell'area della Sinistra, che da alcuni anni si batte contro l'aeroporto di Malpensa.

L'articolo che segue, pubblicato sul Corriere di Novara del 26/7/01 a pag. 21, riporta le impressioni che ho avuto durante quella triste serata.


"Venerdì 20 luglio, sera..."

"Egr. direttore, Venerdì 20 luglio, sera. In televisione assisto, con forte ribrezzo, alle immagini di una Genova messa a ferro e fuoco da facinorosi e delinquenti; poi mi reco a Oleggio, all’incontro organizzato dal Co.S.Com. sulle infrastrutture e le possibilità di sviluppo dell’Ovest-Ticino, ma, come tanti altri, non posso ascoltare le relazioni che mi interessano (soprattutto Cim e Alta Capacità), perché un gruppo di facinorosi invade la sala e, a colpi di urla e di fischiettate, impedisce un qualsiasi regolare svolgimento dei lavori.

Due fatti di violenza e di intolleranza, ma un’unica matrice: la mentalità della "sinistra", che a Genova strizzava l’occhio ai "bravi ragazzi" di centri sociali o roba simile, e che a Oleggio era ben rappresentata da simpatizzanti ed esponenti locali di partito. Una mentalità basata sulla sopraffazione, che si oppone al confronto e al dialogo, che vuole imporre il proprio pensiero ed impedire l’esposizione di pensieri differenti.

Non solo non ho potuto ascoltare quanto mi interessava, ma ho anche dovuto sorbire frasi "straziate" sul "futuro dei nostri figli", gridate proprio da coloro che sostengono l’importazione di delinquenza da tutto il mondo, la droga libera, la scuola omologata e lo sfascio della famiglia, ed ho sentito gridare "venduti" da coloro che per la nostra gente teorizzano l’asservimento ad uno Stato centralista, parassita e lontano, per mantenere il quale dovrà lavorare sodo per tutta la vita, ricevendo poi briciole in vecchiaia.

Mi hanno impedito di ascoltare i relatori del convegno, ma ho capito una cosa: ho capito perché il comitato nel quale quei personaggi si riconoscono, dopo anni di sbraitamenti, non ha mai ottenuto niente per la gente che dice di rappresentare". Cordiali saluti.

         Giuseppe Sala


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