1° gennaio 2002: arriva l'Euro
Nonostante la retorica di stampo
sinistro, l'euro non ci rende più buoni, più amici o più solidali: è semplicemente
uno strumento utilissimo agli operatori commerciali e finanziari europei,
nonché a chi (come me) viaggia spesso in Europa; per chi non importa/esporta, o
per chi non viaggia all'estero, l'euro è solo una seccatura.
Io sono d'accordo sulla moneta
unica e mi auguro che in futuro diventi una moneta forte e rispettata, specchio
di una società e di una economia che hanno dato le basi alla civiltà
occidentale dei giorni nostri.
Tuttavia, sono anche fra quelli
che temono l'euro per quello che è realmente allo stato attuale: la punta di
penetrazione di un sistema economico-finanziario nel quale conta solo il
profitto di pochi, e nel quale la gente comune è vista solo ed esclusivamente
nella duplice funzione di lavoratore/consumatore.
L'euro è stato imposto da una
tecnocrazia finanziaria-affaristica che nulla ha di democratico e che non ha
una base politica ed istituzionale democratica alle spalle (ricordo che la
Commissione Europea non è votata dalla gente e che il Parlamento Europeo non
può fare leggi).
Quando vedo gioire personaggi come
Ruggiero, Ciampi e, soprattutto, Prodi, non posso che aspettarmi solenni
fregature! Se l'Europa, invece che un tecnocrazia di stampo massonico,
diventasse una Federazione di Stati, forse ...