Giuseppe Sala

Riporto nel seguito un editoriale apparso a pag. 3 del quotidiano "Il Foglio" n. 209 del 31 luglio 2002; ne condivido in pieno tutto quanto scritto e penso che molte persone dovrebbero soffermarsi ed approfondire i concetti espressi.


Quelli che rizzano la forca

Dilettanti e fanatici: condanna di piazza invece che garanzie in Parlamento

Quelli che rizzano la forca con i girotondi intorno al Senato aspettano semplicemente che il Palazzo di Giustizia di Milano vendichi la loro sconfitta elettorale.

Gridano contro l'impunità dei potenti dopo essersi goduta fino allo spasimo la più vasta area di impunità che la storia italiana ricordi: si sono finanziati esattamente come tutti gli altri partiti, cioè in modo irregolare o illegale, ma gli altri sono stati ammanettati, sono stati vessati e pubblicamente linciati, si sono suicidati o sono politicamente morti, mentre loro hanno vivacchiato del felice compromesso con il vero potere degli anni Novanta, quello in toga, benedetti da un presidente della Repubblica che non ha ritenuto dignitoso spiegarci come mai prendeva cento milioni al mese e come li spendeva.

Con l'aiuto di magistrati militanti hanno ribaltato governi eletti, hanno messo in piedi esecutivi privi del consenso elettorale, hanno scosso le basi della convivenza civile, seminato sfiducia nella giustizia. La loro é una filosofia codina, reazionaria, genuinamente forcaiola: alle garanzie giuridiche discusse in Parlamento preferiscono le condanne di piazza al grido di "mafiosi!".

Vogliono impedire che la Corte di cassazione sia messa in grado di pronunciarsi su una istanza di trasferimento del processo Berlusconi da Milano a Brescia, motivata dal clima di accanimento inquisitorio e dal contesto politico in cui si svolge il dibattimento sulla corruzione dei giudici romani, tra le grida di resistenza al tiranno pronunciate nelle stesse aule in cui si ascoltano i testimoni e si dovrebbero valutare le prove.

Hanno tanto rispetto per il diritto che fanno carte false per impedire alle Sezioni unite della Cassazione, massima espressione della giurisdizione, di esprimersi in merito a una istanza di garanzia della difesa.

Dilettanti e fanatici, quelli che rizzano le forche sono diventati con il tempo campioni della peggiore antipolitica, esaltano le tecniche da Stato di polizia e le bobine manipolate, favoriscono una gestione sbrigativa e a trattativa privata delle rogatorie internazionali, incitano all'abuso della carcerazione preventiva e mandano in Parlamento, nei collegi blindati, i giustizieri dei loro nemici politici.

Almeno Berlusconi alle Camere ci manda gli avvocati della difesa, e per salvare se stesso dalla malagiustizia rende un servizio alla sovranità elettorale degli italiani e alle garanzie processuali valide per tutti. Benedetti siano il senatore Melchiorre Cerami e la sua banda.


Premi Backspace per tornare alla pagina di provenienza, oppure clicca su una scelta sottostante:

Pagina iniziale

Idee e pensieri