Carnevale di Viareggio 2002:
trionfo di tecnica e di retorica
Viareggio, o Porto Alegre? Un
corso mascherato, o una festa da centro sociale? Questi alcuni interrogativi
che mi passavano per la testa durante la sfilata dei carri a Viareggio l'ultimo
martedì di carnevale. Già il tema di quest'anno, riguardante la pace nel mondo,
prestava terribilmente il fianco ad un poderoso attacco di sinistro
buonaccionismo, e così è stato, con i rossi organizzatori della sfilata che
hanno veramente dato del loro meglio: un commentatore microfonato annoiava il
pubblico parlando come un assessore che illustra una variazione di bilancio,
tentando in quel modo di presentare carri che di carnevalesco avevano ben poco,
se si escludevano le maschere a bordo. Carri peraltro bellissimi, realizzati in
maniera stupenda, con tecniche collaudate da anni e sempre di grande effetto!
Ma, ripeto, che col carnevale non avevano niente a che vedere.
Il carnevale è gioia, voglia di
divertirsi, di ridere, di gridare, ballare e cantare. Cosa ci facevano, allora,
presentati dalla lugubre voce del lugubre speaker, carri quali
"Incredibile", dove un mostro meccanico pieno di ruote e ingranaggi
luminosi, sormontato da un patetico "dio petrolio" residuato dagli
anni settanta, era circondato da alberi bruciacchiati, nature morte e facezie
simili? O l'altro dove un possente Bush, a capo di uno stuolo di ceffi
manganelluti, schiacciava frotte di negretti, arabucci e disgraziati di vario
genere? O, peggio ancora, l' "Altra metà del mondo", dove un sia pur
sapiente gioco di bilance contrapponeva la ricchezza e l'agiatezza di alcuni
popoli alle difficoltà incontrate da altri?
Perché, allora, nemmeno un carro
evidenziava che, se noi siamo ricchi e agiati rispetto ad altri, è perché da
duemila anni ci facciamo un mazzo così, e non perdiamo tempo a pensare come
abbattere qualche torre per guadagnarci, nell'aldilà, i favori di una dozzina
di vergini? Perché nessuno diceva che, se pochi popoli del mondo dispongono di
tante ricchezze, è perché queste ricchezze se le producono, e non aspettano
manne o grazie altrui?
Certo queste sono cose da
"cattivi", e quindi è meglio far finta che non sia così ... volemose
bene, allora, e guardiamo sorridenti e gaudiosi l'immancabile rassicurante
faccione del grande papa Voytila, che ci benedice da un altro carro, in
compagnia di enormi bambolotti stile putto barocco e angioletti svolazzanti qua
e là!
Ma è carnevale questo? Dov'é la
bella satira di un tempo, dove sono le frecciate pungenti e salaci che, fino a
pochi anni fa, ci facevano sbellicare dalle risa, qualunque fosse il nostro
credo e il nostro voto? Adesso, la poca satira è uniforme e monotematica,
sempre e immancabilmente contro Berlusconi e il centro-destra, ma questa,
almeno, è una buona notizia: la sinistra non c'è proprio più, nemmeno nelle
barzellette!
Finalmente, tra il ripetitivo
bailamme, spunta un carro con un mega-sexi-Berlusca a cosce nude e accavallate,
circondato da scimmiotti con le facce di Casini, di Bossi, di Tremonti, di
Buttiglione e di un "licenziato" Ruggiero a penzoloni per la coda; si
intitola "La repubblica delle banane", ha una bellissima scenografia
ispirata a quello storico "Polvere di stelle" di Albertone Sordi e
Monica Vitti (saranno pure romani, ma a me sono simpatici!), e, anche se invita
la bella hawaiana ad attaccarsi alla "banana italiana", porta un'inattesa
allegria in quel retorico e patetico sfilare di masochistici mea culpa.
Seguo quel carro, cantando e
ballando con loro, ridendo e giocando, pur vedendo il "mio" Umberto
appeso ad una palma ... la più alta, però! Intanto, la fosca voce dello speaker
svanisce, dal vicino carro "La voce del mare", sormontato da un
enorme delfino e pieno di belle sirene in quasi-costume-da-bagno, si leva una
musica travolgente, le maschere abbandonano i carri e si mescolano a noi; me ne
frego dei cinquant'anni suonati, mi metto la parrucca a riccioli rossi, le
cornine da diavoletto, e via verso il rione Darsena in festa: cena nella mitica
trattoria del baffuto Roberto, fragolino, rum e sangria a go-go, balli, risate,
e allegria! Adesso si, è carnevale ... alla faccia dei sinistri!